L’intraminority stress e il suo impatto sugli uomini gay e bisessuali

L’intraminority stress e il suo impatto sugli uomini gay e bisessuali

A molti risulterà familiare il concetto di Minority Stress, vale a dire lo stress sociale subìto da tutte le persone che appartengono a minoranze (etniche, sessuali, ecc.), proprio in virtù del fatto di essere membri di un gruppo minoritario. La teorizzazione su questa particolare tipologia di stress tuttavia si è arricchita di recente di ulteriori sviluppi.
In particolare, sono stati approfonditi i meccanismi in azione all’interno del gruppo degli uomini gay e bisessuali: il cosiddetto intraminority stress. Vediamo quindi in dettaglio cos’è l’intraminority stress e qual è il suo impatto sugli uomini gay e bisessuali.

 

La teoria del Minority Stress descrive lo stress specifico, di natura sociale, cui tutti i membri di un gruppo minoritario sono esposti proprio in virtù del fatto di appartenere a una minoranza.

Questa teoria ha permesso di spiegare il più alto rischio di disagio psichico che si osserva tra gli appartenenti a una minoranza sessuale (persone LGBTQIA+). Le persone LGBTQIA+ sono infatti a maggior rischio di ansia, depressione, abuso di sostanze e disturbi da sintomi somatici.

Più di recente, alcuni ricercatori si sono concentrati su forme di stress più specifiche, che agiscono cioè all’interno di uno gruppo minoritario: quello degli uomini gay e bisessuali.

É quindi stata identificata un’ulteriore fonte di stress nella competitività che si attiva nel contesto delle interazioni sociali e sessuali di questa comunità.

Intraminority stress nella comunità degli uomini gay e bisessuali

Gli uomini gay e bisessuali sarebbero vittima della pressione che tutti gli uomini sperimentano rispetto al proprio status sociale.

Tuttavia, tali pressioni sarebbero accentuate all’interno di questa comunità i cui membri, per varie ragioni, si sentono particolarmente spinti a difendere e ostentare il proprio status.

Gli uomini di alto status godono di notevoli privilegi e vantaggi sul piano della competizione sessuale.

Per questo motivo, all’interno della comunità gay, molta enfasi viene posta sull’attrattività fisica, sulla mascolinità, sulla potenza sessuale, sulla ricchezza e sul prestigio sociale, con l’esclusione (e il conseguente stigma) di ogni forma di diversità.

In questa prospettiva, vengono a trovarsi in una posizione di vulnerabilità gli uomini gay e bisessuali:

  • non più giovani (agismo),
  • sieropositivi,
  • appartenenti ad altri gruppi etnici,
  • con corpi non perfettamente scolpiti o tonici (body-shaming),
  • non prestanti sul piano della performance sessuale,
  • con qualche forma di disabilità.

Se ciò da un lato comporta elevati livelli di competizione “tossica” (e altamente stressante) tra pari, dall’altro gli uomini di basso status ne fanno le spese in termini di discriminazioni, microaggressioni, esclusione sociale. Tutto ciò ha un impatto devastante sul benessere psicologico e sul rischio di problemi di salute mentale.

Questa competizione per lo status risulta particolarmente marcata per gli uomini gay e bisessuali (rispetto agli uomini eterosessuali) per almeno due ragioni.

In primo luogo, condividendo lo stesso genere del partner da cui sono attratti, gli uomini gay e bisessuali finiscono per “misurare” il proprio valore sulla base degli stessi standard che utilizzano per valutare i loro potenziali partner.
Inoltre, gli uomini gay e bisessuali vivono in un contesto sociale che li considera “inferiori rispetto a un vero uomo”.
Ne deriva quindi una pressione a difendere strenuamente la propria mascolinità, con costi psichici elevatissimi, anche nelle interazioni sociali e sessuali con gli altri membri della propria comunità.

Conseguenze e possibili soluzioni

Il prezzo di questi meccanismi è molto alto e viene pagato, senza esclusioni, da tutti i membri della comunità.

Le implicazioni riguardano non soltanto la salute mentale e il benessere psichico generale, ma anche la sfera della sessualità. I professionisti sessuologi devono quindi essere ben consapevoli di queste dinamiche nel momento in cui si offrono consulenze ai membri della comunità gay e bisessuale.

L’intraminority stress può essere una cornice teorica infinitamente utile per comprendere alcuni fenomeni tipici della comunità gay e bisessuale, come il chemsex.

Inoltre, anche gli stessi membri della comunità dovrebbero essere resi consci di questi meccanismi allo scopo di non perpetuare o esacerbare fenomeni di discriminazione tra pari (una sorta di “fuoco amico”), che vanno ad aggiungersi a quelli già rilevanti riconducibili al vivere in una società eteronormativa.

Risorse e approfondimenti

Articolo originale di Pachanckis e coll. (2020), Sex, status, competition, and exclusion: Intraminority stress from within the gay community and gay and bisexual men’s mental health. J Pers Soc Psychol; 119(3):713-740. doi: 10.1037/pspp0000282.

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Se sei un uomo gay o bisessuale e ti riconosci nei contenuti dell’articolo, puoi chiedere un consulto (anche online) contattandomi qui.

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